Guida alla spesa sostenibile: dalla filiera alla lotta allo spreco

Acquistare meno, ma acquistare meglio. Più che una massima è una vera e propria filosofia di vita, che ben si applica alla necessità odierna di impostare un sistema di acquisto e consumo più rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori. Ciò è valido per numerosi settori: da quello della moda – caratterizzato da sistemi produttivi estremamente inquinanti – a quello alimentare, dove lo spreco di cibo nel mondo e lo sfruttamento delle risorse è all’ordine del giorno. Fare un passo indietro verso un modello più rispettoso però è possibile, a partire da ciò che acquisti e da come lo acquisti. Ecco per te una breve guida alla spesa sostenibile!

La lotta allo spreco alimentare inizia dalla spesa

Il boom economico del secolo scorso ha contribuito molto all’evoluzione del mercato, impostando quest’ultimo su un modello che favorisce il diritto del consumatore ad avere accesso a un’enorme varietà di prodotti, anche provenienti da zone geografiche molto distanti tra loro. Questa dinamica si è tuttavia rivelata poco sostenibile dal punto di vista ambientale. Nel settore dell’alimentazione, ancora più che in altri, la necessità di un consumo più consapevole è evidente: non solo i sistemi di agricoltura e di allevamento intensivi inquinano acque, suolo e atmosfera, ma i dati hanno registrato uno spreco di cibo inaccettabile  nei Paesi economicamente più sviluppati.

Se l’emergenza dunque è rappresentata da impatto ambientale e sprechi, il tuo ruolo in quanto consumatore inizia dal modo in cui fai la spesa, scegliendo alimenti e metodi sostenibili e rinunciando alle soluzioni più nocive per il pianeta.

Puoi dare un contributo importante seguendo questi semplici consigli ogni volta che ti trovi tra gli scaffali di un supermercato:

1.               Porta con te una borsa riutilizzabile

Il primo passo per fare una spesa sostenibile è armarsi degli accessori giusti. Una borsa riutilizzabile – meglio ancora se in tessuto – ti permetterà di fare acquisti senza l’ausilio di sacchetti in plastica usa e getta. Questo ridurrà lo spreco di risorse e le emissioni dovute allo smaltimento di tali materiali.

2.               Acquista solo ciò che consumerai

Il consumatore che compra frutta, verdura, pane e altri prodotti in grandi quantità, spesso non è in grado di consumarli entro la data di scadenza, e si trova nelle condizioni di doverli buttare. Per evitarlo acquista solo ciò che sei sicuro di poter consumare. Tra gli scaffali presta attenzione alle scadenze, evitando quelle troppo ravvicinate, e sfrutta le offerte solo se queste non comportano l’acquisto eccessivo di prodotti deperibili.

Se invece ti piace acquistare “all’ingrosso” per questioni di risparmio economico, puoi attuare dei piccoli accorgimenti una volta a casa, cucinando e congelando gli ingredienti in eccesso prima che si rovinino.

3.               Limita gli imballaggi

Alcuni prodotti devono essere imballati in packaging di plastica per questioni di conservazione e di igiene, mentre altri possono tranquillamente essere acquistati sfusi. Opta il più possibile per frutta e verdura non confezionata e per prodotti dal packaging che produce meno rifiuti. Laddove non fosse possibile, ricicla correttamente questi materiali oppure trova un modo fantasioso per riutilizzarli in casa.

Guida alla spesa sostenibile: stagionalità e filiera corta

Fare una spesa sostenibile significa anche selezionare con attenzione il prodotto giusto, che rispetti criteri di qualità, genuinità e sostenibilità. L’impatto ambientale si deve infatti anche ai metodi di produzione e di distribuzione di alcuni alimenti.

Frutta e verdura, per esempio, prevedono un enorme dispendio di risorse (acqua ed energia elettrica) per arrivare fino ai nostri reparti dell’ortofrutta, attraversando una fitta rete commerciale composta da numerose fasi.

Puoi fare una spesa sostenibile scegliendo prodotti che riducono questi passaggi, in modo che il processo che va dalla coltivazione alla vendita sia più breve possibile. Tutto questo prende il nome di filiera corta.

Questo sistema favorisce i piccoli agricoltori e allevatori locali, che possono essere finanziati senza l’intermediazione delle grandi catene commerciali.

I prodotti a km0, o a filiera corta, sono un cibo più sostenibile poiché vengono spesso venduti in base alla stagionalità. Questo si traduce in una maggiore qualità e in una limitazione delle emissioni, sia quelle causate dalle serre necessarie al mantenimento dei prodotti non di stagione, sia quelle legate alla distribuzione.

Le coltivazioni di questo tipo, inoltre, si basano su sistemi non intensivi, che prevedono un utilizzo più contenuto di diserbanti, pesticidi e anticrittogamici chimici, dannosi per il suolo e le falde acquifere.

La filiera corta è importante anche dal punto di vista etico, poiché rappresenta una valida alternativa agli allevamenti intensivi per la produzione di carne, pesce e derivati animali. All’interno di queste vere e proprie fabbriche vengono spesso utilizzati antibiotici e altri additivi, e lo sfruttamento animale è indicibile.

I prodotti a filiera corta, invece, provengono tendenzialmente da allevamenti certificati e meno intensivi, dove gli animali possono avere accesso a mangimi biologici e a condizioni di vita più accettabili. Sono di qualità maggiore rispetto alle alternative reperibili nei classici supermercati, un po’ meno economici, ma proprio per questo motivo ti permetteranno di ridurre il tuo consumo di derivati e di scegliere un’alimentazione più sostenibile e sana!

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